Quanto è stato importante nella storia creare loghi
Per capire l’importanza dei loghi dobbiamo tornare molto indietro nel tempo: esistono infatti marchi secolari efficaci ancora oggi, anche se rappresentano qualcosa di diverso. La religione cristiana e il mondo della nobiltà sono stati i primi committenti a richiedere l’uso di un logo, definito “stemma”, per rappresentare le azioni e le intenzioni di chi lo portava in giro nel mondo. Perché il logo è proprio questo: un marchio di distinzione che riassume il significato di un comportamento o di un’idea, offrendoli alla gente. Dai Cavalieri Templari a Walt Disney, dalla ceramica di Capodimonte al Festival di Cannes, i loghi ogni volta fanno buona parte della fortuna dell’impresa, in qualche caso sopravvivendo alla stessa.
Gli aspetti fondamentali nell’ideazione e riprogettazione di un logo sono:
- La mission del brand. Devi sapere perché è nato e a chi si rivolge per associargli un marchio distintivo
- Le tappe storiche. Svolte, trasformazioni, ampliamenti o cessioni dell’azienda, possono modificare alcuni o tutti gli aspetti della mission nel tempo e quindi, il logo
- La relazione fra tecnologie e grafica. Infatti, se nel XIX secolo bastava un disegno ad inchiostro su un manifesto di carta, nel XX si è passati rapidamente alla grafica multimediale da schermo televisivo fino al balzo di oggi verso i loghi dinamici e le scritte animate da smartphone
- La riproducibilità in molte versioni. La globalizzazione spinge a comunicare in vari modi e il logo deve adattarsi alla versatilità dei brand, conservando però la forma di base
- L’empatia che si stabilisce tra le forme del logo, l’occhio e la mente dell’utente
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Creare loghi: P come Gruppo Editoriale San Paolo
Ai libri si aggiungono il cinema nel 1938, con la Romana Editrice Film, la radio e l’attività discografica. Nel 1972 la San Paolo Film co-produce con grande successo “Le Avventure di Pinocchio” del regista Comencini, trasmesse in televisione. Ad ogni svolta viene messa in atto una politica di re-branding, ma è con la nascita del Gruppo nel 1994 che si progetta un logo, il cui punto di partenza è proprio San Paolo. Nasce da un fumetto che incrocia un omino, una freccia rivolta in alto e una curva. Fortemente stilizzato dagli anni Settanta, ancora oggi è composto da due figure geometriche incrociate tra loro:
- un angolo con il vertice verso l’alto e l’apertura verso il basso, sorta di freccia, simbolo di ascesa spirituale.
- un elicoide che riproduce la lettera P in omaggio al santo, ma anche alla Parola del Vangelo e ai Popoli del mondo che si vuole raggiungere.
La curva di questa lettera, sovrapposta allo spigolo, simboleggia, per gli addetti ai lavori, un abbraccio divino, ma nella pratica riesce ad essere anche una sigla del Gruppo, apposta su tutti i prodotti. La riproducibilità del logo è assicurata dalle versioni grafiche, multimediali o dinamiche, usate nei prodotti cartacei come in quelli cinematografici.
Creare loghi: la vita difficile del logo Instagram
Se il logo del Gruppo Editoriale San Paolo aveva messo tutti d’accordo già dagli anni Trenta, quello di Instagram, social network lanciato nel 2010 per condividere foto, ha suscitato dopo il restyling addirittura un rifiuto da parte del pubblico.
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Esigenze legate alla grafica da display, da usare su strumenti multimediali moderni, hanno in questo caso condizionato fortemente il brand. Il nuovo logo è stato poco apprezzato dagli utenti, tanto che ad essi è stata data la possibilità di tenere sul display sia la vecchia, sia la nuova immagine, a scelta. Quali sono i motivi dell’insuccesso? La mancanza di empatia tra logo e utenti.
Il logo rassicurante di Magneti Marelli
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